Il papato di Bergoglio e il futuro della Chiesa
Una visione generale sui 12 anni di papato di Papa Francesco e un'analisi sui suoi possibili successori
Lo scorso lunedì ci ha lasciato purtroppo Papa Francesco a causa, probabilmente, di un ictus provocato presumibilmente dai suoi recenti problemi fisici che, giusto qualche mese fa, lo avevano messo in condizioni critiche.
Bergoglio era in carica dal marzo del 2013 ovvero da quando, dopo le dimissioni di Papa Ratzinger (prima volta nella storia) e un mese di conclave, venne nominato come capo della Santa Sede.
A seguito della sua morte si è parlato tanto del suo operato e le opinioni si sono sprecate: c'è chi lo ha considerato un grande Papa, capace di stare vicino alla parte più debole della terra e di dare un pizzico di umiltà e umanità ad una Chiesa fin troppo distante dai suoi credenti. Altre opinioni lo vedono invece come uno dei tanti Papi che si sono susseguiti nella storia. Nel seguente articolo andremo ad analizzare i pro e i contro del suo pontificato, oltre che a fare lo stesso con i possibili successori.
I punti forti e a favore del suo operato sono stati l'avvicinamento a popolazioni colpite duramente da guerre che hanno permesso alla stessa Chiesa, su questo aspetto già sviluppata con Ratzinger e soprattutto Papa Wojtila, di ottenere maggiori consensi: negli anni Papa Francesco ha infatti intrapreso 47 pellegrinaggi in terre dove le difficoltà erano all'ordine del giorno come, ad esempio, la visita in Iraq nel 2021 (prima volta per un pontefice) o quella nel 2015 in Repubblica Centroafricana, colpita da una violenta guerra civile. Inoltre spesso è occupato di situazioni diplomatiche tra Paesi come l'esortazione, nel 2015, di una pace tra USA e Cuba (dove inviò più lettere ai leader Obama e Castro) oppure, più recentemente, la richiesta di pace in Ucraina e in Medio Oriente, con numerosi incontri con politici direttamente interessati alla situazione. Ultime, ma non per importanza, le numerosi iniziative sociali al fianco delle fasce più povere e deboli oppure, più semplicemente, delle donne, che iniziano a prendere più piede nella Chiesa e nelle sue istituzioni.
Chi invece critica il suo operato non mette in discussione le sue doti umane ma, anzi, si lamenta proprio perché secondo il loro parere sono state iniziate “troppe riforme” che non si sono realizzate e hanno finito per creare una sorta di incertezza all'interno della Santa Sede: da un lato c'è chi avrebbe voluto una Chiesa tradizionale e quindi una maggiore difesa dei suoi valori e chi, al contrario, avrebbe preferito un Vaticano più aperto alle nuove ideologie della società moderna, soprattutto per far riavvicinare i giovani alla spiritualità. Si è creato quindi un clima intorno al Papa che non gli ha permesso di esprimersi appieno su determinati temi. Le riforme iniziate e non finite erano, paradossalmente, un'intenzione di Bergoglio che, travolto dalla sua grande umiltà, non sarebbe mai voluto essere “il primo”.
Dalle riforme da continuare ad attuare nel Vaticano ci colleghiamo al discorso del candidato ad essere nuovo pontefice. Di nomi se ne sono fatti tanti, forse anche troppi, quasi come se fosse un nuovo gioco chiamato:”TotoPapa” dove chi indovinerà il nome del prossimo pontefice verrà ritenuto un:”visionario. Nella scelta del successore di Papa Francesco i cardinali, durante il periodo di conclave, dovranno scegliere tra due opzioni: continuare la linea progressista di Bergoglio oppure tornare ad una figura più “radicale”? Andiamo ad analizzare i nomi usciti, sia quelli italiani che stranieri, in questi giorni e capiamo chi appartiene a quale sponda del quesito.
Pietro Parolin, 70 anni: sarebbe una via di mezzo tra le due fazioni e consentirebbe una linea equilibrata tra progressismo e conservatorismo. Ha inoltre buoni rapporti con la Cina e col Sud America;
Matteo Maria Zuppi, 69 anni: alcuni dicono che sia uno degli uomini di fiducia di Bergoglio ma sicuramente è il favorito tra i progressisti italiani viste le sue idee vicine al pontefice argentino, soprattutto in vista della situazione Ucraina (di cui si è occupato più volte);
Pierbattista Pizzaballa, 60 anni: è il più giovane ed è uno dei principali favoriti a diventare pontefice, anche grazie al suo ruolo di patriarca di Gerusalemme;
Pèter Erdo, 72 anni: il primo nome straniero è quello dell'arcivescovo di Budapest che, nonostante a livello ideologico fosse vicino a Papa Francesco, ha criticato aspramente le unioni civili ed è vicino al presidente Orban;
Robert Sarah, 75 anni: è uno dei principali nomi dei conservatori e in passato ha avuto degli scontri con il pontefice appena defunto, con la sua elezione che porterebbe un ritorno alle idee di Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto;
Tagle, 67 anni: vicino alle idee di Francesco e ha tanta esperienza alle spalle.
Ovviamente sono solo i primi nomi in circolo e potrebbero non rispecchiare la vera realtà. Ad esempio quando venne eletto Papa Francesco secondo molti media non era nemmeno tra i papabili a causa della sua età (76 anni all'epoca). Il Conclave inizierà il 5 maggio quando i cardinali dovranno scegliere il prossimo pontefice, con la scelta che però dovrà essere affrettata (l’ultima volta ci misero 1 mese per eleggere Bergoglio) a causa anche di un leggero dettaglio: rimanere senza Papa per larga parte dell’anno del Giubileo sarebbe una brutta immagine per il Vaticano che, per questo, dovrà scegliere il prossimo pontefice non facendosi influenzare dalla tempistica.
Intanto però sono stati annunciati 5 giorni di lutto nazionale e in questo weekend ci saranno i funerali, con Roma e specialmente Piazza San Pietro che sarà molto più affollata del solito, con i credenti e non da tutto il Mondo che vorranno dare omaggio ad un Papa che ha comunque dato sempre spazio ai più deboli e, in generale, alla società, andando a volte anche contro le dottrine di una Chiesa sempre più ipocrita.